25 marzo 2019. In studio il sindaco di Firenze Dario Nardella e il presidente di Casa SpA Luca Talluri intervistati da Chiara Brilli.

Su Controradio una nuova trasmissione radiofonica e in diretta Facebook dedicata all’abitare. Dal 25 marzo fino a dicembre 2019, quattordici trasmissioni che andranno in onda il lunedì alle 9.35 (replica il sabato alle 13.30) con cadenza quindicinale, dedicate alla gestione sociale dell’inquilinato.

Posted on 22 Maggio 2019

You may also like

Tutti a Casa Morozzi! – Puntata 10
47:40
Posted on 8 Giugno 2020
TUTTI A CASA MOROZZI! (con l’autocertificazione per motivi di necessità) È la nuova trasmissione di Controradio e de Lo Stanzone delle Apparizioni con Daniela Morozzi e Raffaele Palumbo ed interventi di Gaia Nanni, Stefano Santomauro e Valerio Nardoni. I testi e la regia sono curati da Marco Vicari e Matteo Marsan, già presenti nel pool di “Si fa di Sabato!”. La trasmissione va in onda il venerdì alle 9.35 e in replica la domenica alle 12.00 su Controradio. Il lunedì successivo alle 18.00 viene pubblicato il video su Instagram TV di Controradio e alle 21.00 sul sito controradio.it. Siamo idealmente in un condominio, dove ad ogni piano c’è un personaggio in quarantena che ritroviamo nella trasmissione fra spunti di riflessione e sketch comici. L’idea di realizzarla nasce dalla constatazione di quanto il mondo del teatro e dello spettacolo in generale sia stato penalizzato dall’emergenza sanitaria. È stato il primo a fermarsi e sarà, probabilmente, l’ultimo a ripartire a causa del contatto ravvicinato che esiste fra gli spettatori. Come recita l’incipit della trasmissione “noi ci siamo, ma non ci siamo per esserci, ma perché non possiamo fare a meno di stare insieme a voi. Noi, come artisti, sbocciamo e viviamo e respiriamo nella relazione con voi”. Nessun partecipante al progetto percepisce compensi per il lavoro che svolge.
Stream now
2:35:46
Posted on 12 Settembre 2020
Il pigiama
1:07
Posted on 20 Luglio 2020
“L’ora d’aria in un minuto” con Andrea Muzzi Puntata del 13 marzo 2020
Todo Cambia con Raffaele Palumbo
29:35
Posted on 21 Maggio 2020
Controradio notizie 10.25
Posted on 17 Maggio 2022
Controradio notizie 10.25
Controradio newsline: l’informazione prima di tutto
Posted on 27 Maggio 2022
Controradio newsline: l'informazione prima di tutto
#17giugno ©️ONTRORADIO ‘M☀️RNING NEWS
24:33
Posted on 17 Giugno 2020
Le notizie del mattino con Chiara Brilli e Gimmy Tranquillo
Soffriggo per te del 20 aprile 2021
23:23
Posted on 20 Aprile 2021
Tutti i martedì alle 09:05 sulle frequenze di Controradio e in video sui nostri Social. Fabio Picchi intervista personaggi della cultura, delle arti, dell'accademia, del mondo contadino partendo dal loro rapporto con il cibo, per mettere insieme sguardi nuovi sulla contemporaneità.
“Mia Sorella”, di Ottone Rosai
8:04
Posted on 21 Luglio 2020
L’arte alla radio, con il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti “Mia Sorella”, di Ottone Rosai (olio su tela, 1942 ca.) A volte girando per musei capita di incontrare dei piccoli quadri che sono dei veri e propri monumenti dedicati all’umanità più umile e povera. Con immagini ridotte ai minimi termini, l’artista riesce a cogliere e sintetizzare ricordi, sentimenti, emozioni che solitamente si dipanano in una vita intera, che mutano e poi si consolidano in caratteri e personalità inconfondibili tali da definire l’unicità della persona amata, quella a noi vicina per tutta un’esistenza o solo per una breve indimenticabile stagione. A volte il senso di una vita e di una personalità sta racchiuso tutto in un gesto, in una posa, in un movimento appena accennato, magari un tic, una parte di quella persona diventa il tutto, la sua scoperta intimità, l’affaccio sul mondo interiore con le sue gioie e i suoi dolori, le sue pene e i suoi amori. Dall’esempio di Cezanne, indiscusso maestro di un nuovo umanesimo in arte, deriva il ritratto Mia sorella dipinto da Ottone Rosai nel 1921-22 circa. Anni buoni, si potrebbe dire, in termini di collezionismo. Alberto Della Ragione aveva buon occhio e velocità di scelta, ma nel caso di Rosai, l’attrazione deriva dal riconoscere, in questo solido pittore della tradizione fiorentina, una pietas speciale, il cantore di un’umanità umile ma fiera, provata dalla vita, ma moralmente resistente, un’umanità colta nel pieno di una solitudine immensa, pesante come un fardello, vissuta e accettata per sempre come ineluttabile destino dell’uomo tra gli uomini.La sorella è ritratta in una stanzuccia, che diventa immensa per il taglio prospettico con cui è costruita, quasi fosse una cappella di cattedrale, in cui la donna appare come una santa figura in meditazione. La si riconosce intenta forse a cucire, appare esile, gracile, un po’ inarcata, ben vestita e curata nella semplicità e dimessa povertà dell’abbigliamento. Nella stanza non c’è nulla di clamoroso; solo un tavolo, che è assoluto protagonista della scena assieme alla sorella, un panchetto su cui la figura è seduta e una porta ad arco sullo sfondo, a dare un senso di profondità all’interno, aggiungendo, dal punto di vista dei contenuti, qualcosa di non detto all’immagine, esperienza di silenzio e di solitudine, di quiete e lentezza; una porta oltre la quale vi s’immagina riposto quanto di segreto appartiene alla donna, il suo destino e la sua storia, un prima e un poi oltre quella apertura. Al pittore riesce immortalare la pazienza e la cura, l’ascolto e la meditazione, lo snocciolare lento dei pensieri e dei ricordi. Si erge davanti a noi immenso il mondo femminile, con i suoi riti e i suoi sacrifici, guardato con dolcezza e compassione dal pittore, con rispetto e con tutta l’ammirazione che può riservare un uomo di stampo antico, di un artista senza troppe retoriche. Rosai con questo quadro in stile perfettamente toscano anticipa a suo modo le proposte figurative di Valori plastici, Novecento, quelle del “ritorno all’ordine”, di una tradizione italiana gloriosa fondata su Giotto e Masaccio, Paolo Uccello e Piero della Francesca. Quella di Rosai è una strada in salita percorsa in solitudine, di uomo e di artista provato nella vita da eventi drammatici e tristi, e dal trauma irrisolto della morte del padre. Quella dell’ingegnere Della Ragione per Rosai, fu passione di raffinato amante dell’arte, ma stima anche morale e a tratti vera amicizia, tanto che i due per un periodo si dettero per via epistolare anche del tu. Una vicinanza avviata nel 1937 e proseguita per anni, fino al 1941, anno in cui Della Ragione venne coinvolto dalla nuova avventura della Galleria La Spiga-Corrente. Nella sua casa, l’ingegnere dedica così un’intera parete alle opere di Rosai, acquistate via via e lo scrive in una lettera: “ La aspetto qui per mostrarle la situazione dei suoi quadri: il meglio che potevo pel momento, e cioè l’intera parete di destra, da estremo a estremo, del corridoio, dove, al centro, trovansi i Campigli”. Ai quadri si aggiungono poi molti disegni che andranno a far compagnia a quelli di Carrà, Morandi e Sironi. L’artista, da parte sua, informa il collezionista sul suo lavoro e il 15 dicembre 1937 scrive: “ In questo momento ho ripreso a lavorare con gran lena e della serie delle nature morte che mi sono proposto fare la prima è già terminata e non mi dispiace. E’ un fiasco, un bicchiere e dei marroni sopra un piano bianco tovaglia: Inoltre ho fatto un paese. Sono contento e non sento altro desiderio all’infuori di quello di lavorare. Al pensiero dei colori, delle forme sento come se tutto il mio sangue danzasse la danza della gioia. Il lavoro: unica cosa che di un uomo rimane. Sarà il suo passato, la sua storia. Il passato di tutti, la storia di tutti”. Copyright Sergio Risaliti Immagine: Museo Novecento, Raccolta Alberto Della Ragione. Fototeca dei Musei Civici Fiorentini. Montaggio video: Antonella Nicola
Page 117 of 132
0
Would love your thoughts, please comment.x