“Case Popolari: il sociale che fa rete!”, la trasmissione di Casa SpA condotta da Chiara Brilli sulla gestione dell’Edilizia Residenziale Pubblica di Firenze. Nella prima edizione, prodotta nel 2019, la trasmissione ha descritto le attività dell’Ufficio di Gestione Sociale attraverso le voci e le testimonianze degli addetti ai lavori e degli inquilini. In questa seconda edizione sarà illustrato e seguito il progetto “Educazione alla cittadinanza e all’abitare” che coinvolge, oltre a Firenze, anche Trento e Milano. Quest’ultima, con la Direzione Progetto Città Resilienti, coordina le attività insieme a Federcasa.


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Albero del Paradiso, commenti dei cittadini
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La città di Firenze e gli Uffizi celebrano Dante esponendo l’abete di Penone in Piazza della Signoria. L’abete di Penone, che costituisce un anticipo della mostra “Alberi Inversi”, sarà inaugurato il 25 marzo in occasione delle celebrazioni di Dante. Il resto della mostra di cui l’abete di Penone fa parte sarà ospitato nelle Gallerie dal 1 giugno al 12 settembre, interamente dedicata a Dante. L’installazione sarà la più grande opera mai ospitata nello spazio pubblico del centro storico di Firenze. Il titolo allude al tema dantesco dell’ “albero che vive della cima” (Dante, Paradiso, 18: 28-30). L’abete di Penone è una maxi-scultura che si sviluppa in altezza per 22 metri ed è costruita con metallo e legno.
Musica... da camera - Cecco e Cipo: Forse
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Cecco e Cipo, alias Simone Ceccanti e Fabio Cipollini, entrambi di Vinci, entrambi classe ’92, li scopriamo esordienti nel Rock Contest 2012. “Roba da Maiali” e “Lo Gnomo e lo Gnu” sono i loro primi due album, entrambi prodotti da Labella. Da lì una lunga serie di affermazioni, da X Factor a lunghi tour su tutto lo stivale. Nel marzo 2016 esce “Flop” (Labella) e nel 2018 “Straordinario” per la BlackCandy Records.
“L'Attesa o Susanna” di Arturo Martini
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L’arte alla radio, con il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti. “Arturo Martini, L’Attesa o Susanna” (Pietra del Finale 1935 ca.) Una giovane, completamente nuda, dirige lo sguardo lontano da sé. La testa è leggermente reclinata all’indietro. Sta guardano in aria, verso un orizzonte distante. Cosa osserva? Cosa aspetta questa donna, dalla fisicità ancora acerba e dalla posa monumentale? Ha forse avvertito un suono nel cielo, magari presagisce l’arrivo di un messaggero, il transitare di un segno luminoso, l’accendersi del manto stellato? Lo sguardo è concentrato. La giovane donna sta contemplando. È immagine stessa della contemplazione femminile. Con lei guardiamo oltre noi stessi, verso qualcosa che colma di stupore, meraviglia, incanto. Intorno e dentro di lei c’è molto silenzio. Quell’inclinazione della testa, in effetti, può far pensare che la ragazza stia riflettendo su qualcosa che sorge nel proprio intimo. Sensazioni che provocano un certo sottile turbamento. O diversamente è solo un ricordo che torna a farsi nitido adesso, nell’attimo della sospensione dello sguardo, come quando restiamo, instupiditi, in attesa. La giovane contempla, medita, scorge, presagisce. Nulla ci distrae dal suo stato d’animo. L’opera di Arturo Martini (Treviso, 1889 – Milano, 1947) colpisce per le sue fattezze quasi primitive, ma allo stesso tempo accarezza l’animo con una dolcezza infinita, in perfetta sincronia con il suo titolo, L’attesa o Susanna, ovvero giglio, simbolo di purezza. Nel racconto biblico, Susanna infatti non cede alla violenza di due giudici anziani, due guardoni, che Daniele, il profeta, riesce a smascherare. Susanna spoglia la menzogna, vince il bruto desiderio perché è forte e salda nella sua nudità e purezza. Immobile, ma attraversata da una luminosa silente vitalità, Susanna è in unione con l’infinito e l’universale. L’universale che per Martini “è qualche cosa che sta fuori dalla volontà, dalla ragione e soprattutto dal contegno; è una specie di inettitudine simile a quella dell’albero, che nel nascere, nel crescere è sempre perfetto”. Diremmo perfetto come l’opera d’arte. Copyright Sergio Risaliti Immagine: Museo Novecento, Raccolta Alberto Della Ragione. Fototeca dei Musei Civici Fiorentini. Montaggio video: Antonella Nicola
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