Francesco Pellegrini, in arte ‘Maestro Pellegrini’. Polistrumentista, inizia la sua carriera con i pisani Criminal Jokers, insieme a Francesco Motta. Ha suonato con Nada come chitarrista, fagottista e cori, ed ha registrato ed accompagnato dal vivo Andrea Appino (Zen Circus) per il suo secondo disco ‘Grande Raccordo Animale’. Ha inoltre inciso e collaborato con diversi altri artisti quali Enrico Gabrielli, Dardust, Bobo Rondelli, Motta, Il Pan del Diavolo. Attualmente suona in pianta stabile con gli Zen Circus con i quali, dal 2016, ha partecipato a due edizioni del Primo Maggio-Roma ed alla penultima edizione del Festival di Sanremo nella categoria Big. Cent’anni (nella versione studio con Giorgio Canali e Andrea Appino) è un estratto dal suo imminente lavoro d’esordio solista.

Posted on 23 Aprile 2020

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Istituti Tecnici Superiori: le scuole ad alta specializzazione tecnologica post diploma. I corsi ITS sono finanziati con il contributo del Fondo Sociale Europeo e promossi nell’ambito di Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani. In questa puntata: Elena Calistri, Responsabile Autorità di Gestione del Fondo Sociale Europeo di Regione Toscana. Le Fondazioni: TAB (Turismo Arte e Beni Culturali) con Aldo Frigeri, Direttore; EAT (Eccellenza Agroalimentare Toscana) con Paolo Vozzi, Esperto in marketing strategico e digitale; VITA (Nuove Tecnologie della Vita) con Stefano Chiellini, Direttore. Alla conduzione Chiara Brilli. Per approfondimenti sugli ITS visita giovanisi.it e regione.toscana.it/its. Per informazioni contatta Giovanisì al 800 098 719, [email protected] / FB Messenger, oppure scrivi a [email protected].
“Case popolari: il sociale che fa rete!” – Puntata 03
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Posted on 28 Maggio 2019
In questa puntata Chiara Brilli parla de “Il mondo delle autogestioni” assieme a Luca Talluri, presidente Casa SpA; Francesca Busato, responsabile dell’Ufficio Gestione Sociale di Casa SpA; Enrico Crivellari, responsabile autogestione Viale Canova; Daniela Fantoni, responsabile autogestione Via Carlo del Prete; Mauro Mariani, ex-responsabile autogestione Via d’Orso Manni Gelli. “Case popolari: il sociale che fa rete!” è un reportage dagli immobili di edilizia residenziale pubblica di Firenze. Un progetto di narrazione di servizi e storie per far conoscere l’Ufficio Gestione Sociale di Casa SpA, un nuovo strumento per fare emergere e risolvere i fenomeni di povertà, marginalità e disagio sociale all’interno del patrimonio di edilizia residenziale pubblica ed edilizia sociale.
“L’Attesa o Susanna” di Arturo Martini
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Posted on 21 Luglio 2020
L’arte alla radio, con il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti. “Arturo Martini, L’Attesa o Susanna” (Pietra del Finale 1935 ca.) Una giovane, completamente nuda, dirige lo sguardo lontano da sé. La testa è leggermente reclinata all’indietro. Sta guardano in aria, verso un orizzonte distante. Cosa osserva? Cosa aspetta questa donna, dalla fisicità ancora acerba e dalla posa monumentale? Ha forse avvertito un suono nel cielo, magari presagisce l’arrivo di un messaggero, il transitare di un segno luminoso, l’accendersi del manto stellato? Lo sguardo è concentrato. La giovane donna sta contemplando. È immagine stessa della contemplazione femminile. Con lei guardiamo oltre noi stessi, verso qualcosa che colma di stupore, meraviglia, incanto. Intorno e dentro di lei c’è molto silenzio. Quell’inclinazione della testa, in effetti, può far pensare che la ragazza stia riflettendo su qualcosa che sorge nel proprio intimo. Sensazioni che provocano un certo sottile turbamento. O diversamente è solo un ricordo che torna a farsi nitido adesso, nell’attimo della sospensione dello sguardo, come quando restiamo, instupiditi, in attesa. La giovane contempla, medita, scorge, presagisce. Nulla ci distrae dal suo stato d’animo. L’opera di Arturo Martini (Treviso, 1889 – Milano, 1947) colpisce per le sue fattezze quasi primitive, ma allo stesso tempo accarezza l’animo con una dolcezza infinita, in perfetta sincronia con il suo titolo, L’attesa o Susanna, ovvero giglio, simbolo di purezza. Nel racconto biblico, Susanna infatti non cede alla violenza di due giudici anziani, due guardoni, che Daniele, il profeta, riesce a smascherare. Susanna spoglia la menzogna, vince il bruto desiderio perché è forte e salda nella sua nudità e purezza. Immobile, ma attraversata da una luminosa silente vitalità, Susanna è in unione con l’infinito e l’universale. L’universale che per Martini “è qualche cosa che sta fuori dalla volontà, dalla ragione e soprattutto dal contegno; è una specie di inettitudine simile a quella dell’albero, che nel nascere, nel crescere è sempre perfetto”. Diremmo perfetto come l’opera d’arte. Copyright Sergio Risaliti Immagine: Museo Novecento, Raccolta Alberto Della Ragione. Fototeca dei Musei Civici Fiorentini. Montaggio video: Antonella Nicola
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