Tommaso Novi è un pianista e cantautore pisano. “Il Mio Impresario” è una anticipazione esclusiva dal prossimo, imminente, album solista.
Ha studiato pianoforte e composizione. Detiene una cattedra di Fischio Musicale a Pisa (forse l’unica in Europa) e collabora con il Dipartimento di Didattica del Conservatorio di Musica “L. Cherubini” di Firenze. Ha inciso il suo fischio per Paolo Virzì su “La Prima Cosa Bella” e ha collaborato col maestro Nicola Piovani per “Una Festa Esagerata”. Dopo sei produzioni discografiche con il gruppo I Gatti Mézzi (2005 – 2016), incide un disco da solista nel 2017 “Se Mi Copri Rollo Al Volo” (Vrec – Warner Chappell) portandolo in giro per il paese in ottanta concerti. Ha collaborato con Paolo Fresu, Zen Circus, Motta, Gipi, Paolo Migone, Ascanio Celestini, Banda Bardò.
Il singolo “Molto Bello” che anticipa l’album “Terzino Fuorigioco”in uscita per Black Candy Records, è stato appena pubblicato. Questo il video che lo accompagna, diretto da Stefano Poggioni.

Posted on 23 Aprile 2020

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“Plurimo n 7”, di Emilio Vedova
7:54
Posted on 21 Luglio 2020
L’arte alla radio, con il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti “Plurimo n.7”, di Emilio Vedova. (olio su legno, 1966) Plurimo è un perfetto esempio dell’arte del maestro veneziano, un’opera aperta come si dovrebbe dire, in cui l’immagine nasce non più per necessità figurative tradizionali o astratte, ma come esito di una vera e propria lotta tra l’artista e il mondo, tra l’artista e la storia. All’inizio degli anni Sessanta, cioè al tempo dell’esecuzione dell’opera Plurimo n.7, Vedova compie una svolta assai importante e clamorosa: si libera del piano bidimensionale della tela per aggiungere alla superficie dipinta una realtà tridimensionale. Anziché aggredire tele di vaste dimensioni, combina superfici diverse riunendole con delle cerniere per continuare a lavorare poi su questi moduli con altri gesti pittorici, accumulazioni e sovrapposizioni di segni e colori. I quadri diventano strutture architettonicamente poggiate a terra come una quinta o una paratia, la pittura occupa uno spazio fisico, s’interroga sulla tridimensionalità come capitava di fare alla scultura del suo tempo, senza mai approdare ad essa. Plurimo n. 7, è struttura articolata e complessa. Un quadro da parate che potrebbe però ricordare un retable, con le sue ante che si possono aprire e chiudere, con un evidente riferimento a una apertura verso altri mondi e altre prospettive. Un’opera dunque aggirabile in parte e in parte attraversabile con lo sguardo, adatta ad essere vista da molteplici punti di vista (plurimi appunto). Siamo nel pieno di una “opera aperta”, come quella teorizzata sapientemente da Umberto Eco negli stessi anni. Nel caso di Plurimo .n7 la cerniera ha un valore di articolazione, d’implicito movimento. In pratica l’artista lascia allo spettatore la possibilità (poi ovviamente vietata al museo) di agire sull’opera, aprendo o chiudendo, muovendo le ante, variando, però, entro traiettorie predefinite l’immagine del dipinto, per rendere possibile ad ogni intervento e ad ogni variazione la scoperta di ulteriore approfondimento della pittura stessa. Come scrive Luca Pietro Nicoletti, nel catalogo che accompagnava la mostra organizzata nel 2018 al Museo Novecento, Vedova in quel genere di opere rispolverava “un’antica dinamica futurista e certi modi della stessa scultura futurista, riccamente colorata” in modo da creare un «appuntamento di segnaletiche allarmistiche”. Con questo sistema, o meglio, marchingegno, Vedova dava delle possibili alternative; un’apertura esperienziale che però come precisava “ io precondiziono, d’accordo, ma delle quali non impongo né il tempo né lo spazio». Siamo in un nuovo mondo, rispetto a quello testimoniato dall’arte dei primi cinquant’anni del secolo, un mondo però già antico di oltre mezzo secolo. Copyright Sergio Risaliti Immagine: Museo Novecento, Raccolta Alberto Della Ragione. Fototeca dei Musei Civici Fiorentini. Montaggio video: Antonella Nicola
Controradio notizie 10.25
Posted on 13 Luglio 2022
Controradio notizie 10.25
L’area giochi  di viale Tanini intitolata a Sofia De Barros, morta ad 8 anni per una malattia rara
3:27
Posted on 10 Settembre 2020
L'area giochi del parco di Via De Tanini è stata dedicata a Sofia che tra pochi giorni avrebbe compiuto 11 anni e alle piccole vittime di malattie rare. L'associazione Voa Voa amici di Sofia ha anche donato al parco cittadino, un gioco inclusivo, un cestone che permette a tutti i bambini e bambine di giocare insieme.
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