L’arte alla radio, con il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti “Plurimo n.7”, di Emilio Vedova. (olio su legno, 1966)

Plurimo è un perfetto esempio dell’arte del maestro veneziano, un’opera aperta come si dovrebbe dire, in cui l’immagine nasce non più per necessità figurative tradizionali o astratte, ma come esito di una vera e propria lotta tra l’artista e il mondo, tra l’artista e la storia.

All’inizio degli anni Sessanta, cioè al tempo dell’esecuzione dell’opera Plurimo n.7, Vedova compie una svolta assai importante e clamorosa: si libera del piano bidimensionale della tela per aggiungere alla superficie dipinta una realtà tridimensionale. Anziché aggredire tele di vaste dimensioni, combina superfici diverse riunendole con delle cerniere per continuare a lavorare poi su questi moduli con altri gesti pittorici, accumulazioni e sovrapposizioni di segni e colori. I quadri diventano strutture architettonicamente poggiate a terra come una quinta o una paratia, la pittura occupa uno spazio fisico, s’interroga sulla tridimensionalità come capitava di fare alla scultura del suo tempo, senza mai approdare ad essa.

Plurimo n. 7, è struttura articolata e complessa. Un quadro da parate che potrebbe però ricordare un retable, con le sue ante che si possono aprire e chiudere, con un evidente riferimento a una apertura verso altri mondi e altre prospettive. Un’opera dunque aggirabile in parte e in parte attraversabile con lo sguardo, adatta ad essere vista da molteplici punti di vista (plurimi appunto). Siamo nel pieno di una “opera aperta”, come quella teorizzata sapientemente da Umberto Eco negli stessi anni. Nel caso di Plurimo .n7 la cerniera ha un valore di articolazione, d’implicito movimento. In pratica l’artista lascia allo spettatore la possibilità (poi ovviamente vietata al museo) di agire sull’opera, aprendo o chiudendo, muovendo le ante, variando, però, entro traiettorie predefinite l’immagine del dipinto, per rendere possibile ad ogni intervento e ad ogni variazione la scoperta di ulteriore approfondimento della pittura stessa. Come scrive Luca Pietro Nicoletti, nel catalogo che accompagnava la mostra organizzata nel 2018 al Museo Novecento, Vedova in quel genere di opere rispolverava “un’antica dinamica futurista e certi modi della stessa scultura futurista, riccamente colorata” in modo da creare un «appuntamento di segnaletiche allarmistiche”. Con questo sistema, o meglio, marchingegno, Vedova dava delle possibili alternative; un’apertura esperienziale che però come precisava “ io precondiziono, d’accordo, ma delle quali non impongo né il tempo né lo spazio».

Siamo in un nuovo mondo, rispetto a quello testimoniato dall’arte dei primi cinquant’anni del secolo, un mondo però già antico di oltre mezzo secolo.

Copyright Sergio Risaliti
Immagine: Museo Novecento, Raccolta Alberto Della Ragione. Fototeca dei Musei Civici Fiorentini.
Montaggio video: Antonella Nicola


You may also like

Musica... da camera - Gabriel Stanza: Secrets in the house (alternative version)
1:52
I Dust & the Dukes sono una rock band nata a Firenze nel 2016. Esordiscono nel Rock Contest del 2017, vincendolo. Desert Rock, Blues e atmosfere lisergiche si mescolano nelle sonorità della band. Con un primo EP all’attivo e un intensa attività live che li ha portati ad essere opening band per The Veils, Bud Spencer Blues Explosion e Tinariwen, i Dust & the Dukes si apprestano a pubblicare il loro album di debutto.
Tutti a casa Morozzi! - Episodio 2
49:50
TUTTI A CASA MOROZZI! (con l’autocertificazione per motivi di necessità) È la nuova trasmissione di Controradio e de Lo Stanzone delle Apparizioni con Daniela Morozzi e Raffaele Palumbo ed interventi di Gaia Nanni, Stefano Santomauro e Valerio Nardoni. I testi e la regia sono curati da Marco Vicari e Matteo Marsan, già presenti nel pool di “Si fa di Sabato!”. La trasmissione va in onda il venerdì alle 9.35 e in replica la domenica alle 12.00 su Controradio. Il lunedì successivo alle 18.00 viene pubblicato il video su Instagram TV di Controradio e alle 21.00 sul sito controradio.it. Siamo idealmente in un condominio, dove ad ogni piano c’è un personaggio in quarantena che ritroviamo nella trasmissione fra spunti di riflessione e sketch comici. L’idea di realizzarla nasce dalla constatazione di quanto il mondo del teatro e dello spettacolo in generale sia stato penalizzato dall’emergenza sanitaria. È stato il primo a fermarsi e sarà, probabilmente, l’ultimo a ripartire a causa del contatto ravvicinato che esiste fra gli spettatori. Come recita l’incipit della trasmissione “noi ci siamo, ma non ci siamo per esserci, ma perché non possiamo fare a meno di stare insieme a voi. Noi, come artisti, sbocciamo e viviamo e respiriamo nella relazione con voi”. Nessun partecipante al progetto percepisce compensi per il lavoro che svolge.
Dario Nardella, a Controradio: "Sul Social forum fare qualcosa all'altezza di questa ricorrenza"
1:41
Il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, a Controradio: "Ricordo anche il Social forum: tra poco si celebrano i 20 anni da quell'appuntamento internazionale. Proprio sul Social forum siamo già al lavoro per fare qualcosa di importante, che sia all'altezza di questa ricorrenza" "Sarà un momento di rilievo internazionale e nazionale, non solo celebrativo del Social forum. Dovrà essere un evento capace di riprendere questi temi internazionali in una fase in cui torna attuale il dialogo tra le istituzioni e la società civile".
Page 415 of 438