Le poesie scelte e tradotte dai ragazzi e dalle ragazze di origine straniera e minori stranieri non accompagnati, che hanno partecipato al progetto “Poesia nella tramvia” realizzato da COSPE e co-finanziato da Europe Direct, Comune di Firenze e programma “Never alone”.

Posted on 14 Settembre 2020

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Posted on 27 Marzo 2022
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“Plurimo n 7”, di Emilio Vedova
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Posted on 21 Luglio 2020
L’arte alla radio, con il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti “Plurimo n.7”, di Emilio Vedova. (olio su legno, 1966) Plurimo è un perfetto esempio dell’arte del maestro veneziano, un’opera aperta come si dovrebbe dire, in cui l’immagine nasce non più per necessità figurative tradizionali o astratte, ma come esito di una vera e propria lotta tra l’artista e il mondo, tra l’artista e la storia. All’inizio degli anni Sessanta, cioè al tempo dell’esecuzione dell’opera Plurimo n.7, Vedova compie una svolta assai importante e clamorosa: si libera del piano bidimensionale della tela per aggiungere alla superficie dipinta una realtà tridimensionale. Anziché aggredire tele di vaste dimensioni, combina superfici diverse riunendole con delle cerniere per continuare a lavorare poi su questi moduli con altri gesti pittorici, accumulazioni e sovrapposizioni di segni e colori. I quadri diventano strutture architettonicamente poggiate a terra come una quinta o una paratia, la pittura occupa uno spazio fisico, s’interroga sulla tridimensionalità come capitava di fare alla scultura del suo tempo, senza mai approdare ad essa. Plurimo n. 7, è struttura articolata e complessa. Un quadro da parate che potrebbe però ricordare un retable, con le sue ante che si possono aprire e chiudere, con un evidente riferimento a una apertura verso altri mondi e altre prospettive. Un’opera dunque aggirabile in parte e in parte attraversabile con lo sguardo, adatta ad essere vista da molteplici punti di vista (plurimi appunto). Siamo nel pieno di una “opera aperta”, come quella teorizzata sapientemente da Umberto Eco negli stessi anni. Nel caso di Plurimo .n7 la cerniera ha un valore di articolazione, d’implicito movimento. In pratica l’artista lascia allo spettatore la possibilità (poi ovviamente vietata al museo) di agire sull’opera, aprendo o chiudendo, muovendo le ante, variando, però, entro traiettorie predefinite l’immagine del dipinto, per rendere possibile ad ogni intervento e ad ogni variazione la scoperta di ulteriore approfondimento della pittura stessa. Come scrive Luca Pietro Nicoletti, nel catalogo che accompagnava la mostra organizzata nel 2018 al Museo Novecento, Vedova in quel genere di opere rispolverava “un’antica dinamica futurista e certi modi della stessa scultura futurista, riccamente colorata” in modo da creare un «appuntamento di segnaletiche allarmistiche”. Con questo sistema, o meglio, marchingegno, Vedova dava delle possibili alternative; un’apertura esperienziale che però come precisava “ io precondiziono, d’accordo, ma delle quali non impongo né il tempo né lo spazio». Siamo in un nuovo mondo, rispetto a quello testimoniato dall’arte dei primi cinquant’anni del secolo, un mondo però già antico di oltre mezzo secolo. Copyright Sergio Risaliti Immagine: Museo Novecento, Raccolta Alberto Della Ragione. Fototeca dei Musei Civici Fiorentini. Montaggio video: Antonella Nicola
BUON COMPLEANNO, TIZIANO !
1:31:45
Posted on 15 Settembre 2018
Omaggio a Tiziano Terzani ad 80 anni dalla nascita COMUNE DI FIRENZE in collaborazione con Longanesi e Controradio Firenze presenta Venerdì 14 settembre 2018 alle ore 18:00 SALONE DEI '500 PALAZZO VECCHIO in occasione dell'omaggio a Terzani, ci sarà la presentazione del libro postumo TIZIANO TERZANI IN AMERICA.Cronache da un mondo in rivolta a cura di Àlen Loreti Il '68 attraverso gli occhi di un grande reporter un'opera inedita di sorprendente attualità. Il 14 settembre del 1938 nasceva a Firenze Tiziano Terzani. Il 14 settembre del 2018 la città festeggia ottant'anni di Terzani. Anche se Tiziano ha lasciato nel 2004 quella che definiva la parte più corruttibile di se – il suo corpo – in questi anni è riuscito con le sue parole ed i suoi libri ad essere comunque con noi. E lo è ancora, con uno straordinaria antologia composta da articoli scritti tra il 1967 e il 1969 negli Stati Uniti. Il pezzo che – nei racconti di Terzani che conosciamo – fin ora mancava. La testimonianza vivida di un mondo che per Terzani è sempre stato un nodo irrisolto: l'America odiata e amata, fonte di profondo dissenso ed altrettanta profonda fascinazione. Un libro che sembra scritto oggi. Con la partecipazione di Angela Terzani Staude e Àlen Loreti del Sindaco di Firenze Dario Nardella con le musiche di Francesco Nigri, la voce di Susan Gagliano, le letture di Monica Bauco e di Folco e Saskia Terzani e la proiezione di immagini inedite di Terzani negli Stati Uniti presenta Raffaele Palumbo
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