PRATO AL FUTURO sul tema: CONNESSIONI
Workshop con i tecnici (Venerdì 29 Settembre)
c/o Urban Center – Palazzo Pacchiani – Prato


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Firenze, Piazza Santa Croce, 'Cities Stand with Ukraine' Intervista al Senatore del Partito Democratico Roberta Pinotti
La Firenze di Dolce & Gabbana rinata o usata?
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Firenze rinata oppure usata? E' la domanda che ci poniamo puntualmente  ad ogni evento che vede la presenza in città di grossi nomi della moda o dell'industria che utilizzano un pezzo di città come - per usare il loro linguaggio - location per i loro eventi. I sostenitori di queste iniziative sono spesso istituzionali o appartenenti a categorie che sperano di trarre dall'evento un beneficio diretto. I detrattori sono invece intellettuali o politici o soggetti - per usare il loro linguaggio - della società civile che accusano le istituzioni di svendere la città.  Se fossi il Sindaco devo ammettere che avrei anche io la preoccupazione di tenere sempre la città sul palcoscenico mondiale, di darle lustro, visibilità, di raccontarla come una città aperta agli investimenti ed agli eventi, anche mondani.  C'è una cosa importante che va ricordata: ci sono centinaia di fiorentini che in questi giorni di eventi D&G sono tornati a lavorare di nuovo per la prima volta da mesi. Catering, allestimenti, trasporti, servizi, etc. etc. Va poi sottolineato il fatto che questi eventi hanno significato tanto il comparto moda e artigianato - importantissimi per la nostra città, ben più del famoso turismo. Comparto drammaticamente fermo da mesi che si è ritrovato ad avere uno spot da 5 milioni pagato da un privato. Va bene. D'altra parte, le ragioni dei detrattori sono comprensibili. Perché? Forse perché se gli eventi D&G di questi giorni si fossero svolti durante i mitici anni '80, la città se ne sarebbe accorta e non avrebbe vissuto questi giorni con un profondo sentimento di esclusione. Le feste, per capirci (Covid permettendo) si sarebbero svolte in piazza. L'impressione che se ne trae - legittima e discutibile allo stesso tempo - è che spesso la città venga usata come un grade set, un palcoscenico per qualcuno che in fondo, alla città - fatti salvi i giorni dell'evento - lascia poco o niente. Sia in termini economici che di ricadute sulle attività produttive della città stessa. Alla fine sembra che al banchetto del grande evento apparecchiato dalla discutibilissima nobiltà fiorentina, noi, il popolo, se ne rimanga sempre esclusi.  In ogni caso, fino al prossimo evento, il dibattito resta aperto. r.p. P.S. A proposito di esclusione, l'idea di escludere la stampa locale dalle conferenze stampa non è stata proprio geniale - ma è noto che su questo versante D&G non hanno mai brillato. Sentiamo le voci raccolte da Monica Pelliccia
Dario Nardella, a Controradio: "Sul 'mini daspo' di 48 ore"
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Il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, a Controradio: "Applicare il 'mini daspo' di 48 ore non significa appesantire la legislazione cittadina, perché i nostri agenti di polizia municipale già controllano il territorio. Si tratta di uno strumento in più che noi diamo agli agenti per contrastare i fenomeni di illegalità" "Ad esempio, io ricevo tante mail dai cittadini che vivono come una vessazione il tema del parcheggio abusivo, noi diamo qualche strumento in più per contrastare questo fenomeno. Penso anche all'accattonaggio molesto: una cosa è avere in città persone che chiedono un aiuto, ci mancherebbe che non vengano aiutate come noi facciamo con i servizi sociali. Altro però è quando hai individui che con la scusa della richiesta di aiuto, molestano delle persone fisicamente e verbalmente. Io difendo il nostro modello, che punta sulla cultura, sulla socialità".
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