Le riflessioni di Laura Piccioli, Presidente fiorentina dell’ANED, l’Associazione degli
ex deportati, di Claudio Vercelli, storico torinese esperto di memoria e nuovi fascismi e del Presidente della Comunità ebraica fiorentina Enrico Fink

Posted on 27 Gennaio 2021

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Recò Festival – Puntata 1
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Posted on 5 Ottobre 2020
Recò Festival, il festival dell'economia circolare, su Controradio, una trasmissione in radio e in video, il lunedì alle 9:35, e sulla pagina Facebook di Recò Festival. Replica radiofonica domenica alle 13:15. Con Alessandro Colombo, Direttore artistico del festival, Lorenzo Sciadini, Coordinatore Scientifico del festival, e Valerio Barberis, Assessore all'urbanistica con delega all'economia circolare del Comune di Prato. Coordina Raffaele Palumbo
Musica… da camera – Kropotkin: “1997 :Fuga da New York”
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Posted on 23 Aprile 2020
Kropotkin è il progetto solista di Francesco D’Elia, classe 1982. Violinista, già attivo, tra gli altri, con Samuel Katarro/King of the Opera, Tribuna Ludu e Criminal Jokers, suona le tastiere nei Sex Pizzul e il violino ne L’Orchestrina di Molto Agevole di Enrico Gabrielli. Attualmente sta lavorando a “Scary Movies”, una serie di rielaborazioni di colonne sonore di film horror e affini.
“L’Attesa o Susanna” di Arturo Martini
5:58
Posted on 21 Luglio 2020
L’arte alla radio, con il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti. “Arturo Martini, L’Attesa o Susanna” (Pietra del Finale 1935 ca.) Una giovane, completamente nuda, dirige lo sguardo lontano da sé. La testa è leggermente reclinata all’indietro. Sta guardano in aria, verso un orizzonte distante. Cosa osserva? Cosa aspetta questa donna, dalla fisicità ancora acerba e dalla posa monumentale? Ha forse avvertito un suono nel cielo, magari presagisce l’arrivo di un messaggero, il transitare di un segno luminoso, l’accendersi del manto stellato? Lo sguardo è concentrato. La giovane donna sta contemplando. È immagine stessa della contemplazione femminile. Con lei guardiamo oltre noi stessi, verso qualcosa che colma di stupore, meraviglia, incanto. Intorno e dentro di lei c’è molto silenzio. Quell’inclinazione della testa, in effetti, può far pensare che la ragazza stia riflettendo su qualcosa che sorge nel proprio intimo. Sensazioni che provocano un certo sottile turbamento. O diversamente è solo un ricordo che torna a farsi nitido adesso, nell’attimo della sospensione dello sguardo, come quando restiamo, instupiditi, in attesa. La giovane contempla, medita, scorge, presagisce. Nulla ci distrae dal suo stato d’animo. L’opera di Arturo Martini (Treviso, 1889 – Milano, 1947) colpisce per le sue fattezze quasi primitive, ma allo stesso tempo accarezza l’animo con una dolcezza infinita, in perfetta sincronia con il suo titolo, L’attesa o Susanna, ovvero giglio, simbolo di purezza. Nel racconto biblico, Susanna infatti non cede alla violenza di due giudici anziani, due guardoni, che Daniele, il profeta, riesce a smascherare. Susanna spoglia la menzogna, vince il bruto desiderio perché è forte e salda nella sua nudità e purezza. Immobile, ma attraversata da una luminosa silente vitalità, Susanna è in unione con l’infinito e l’universale. L’universale che per Martini “è qualche cosa che sta fuori dalla volontà, dalla ragione e soprattutto dal contegno; è una specie di inettitudine simile a quella dell’albero, che nel nascere, nel crescere è sempre perfetto”. Diremmo perfetto come l’opera d’arte. Copyright Sergio Risaliti Immagine: Museo Novecento, Raccolta Alberto Della Ragione. Fototeca dei Musei Civici Fiorentini. Montaggio video: Antonella Nicola
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