Posted on 25 Settembre 2020

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Il Nuovo Auditorium ‘Zibin Metha’ del Maggio Musicale Fiorentino
2:25
Posted on 26 Novembre 2021
Firenze, il sovrintendente del Maggio, Alexander Pereira, ha confermato l’inaugurazione del nuovo Auditorium per il 21 dicembre, con Zubin Mehta sul podio, annunciando però, visto l’alto numero di invitati, tra cui anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, una replica del concerto di inaugurazione per il giorno dopo. “Il nuovo auditorium del teatro del Maggio Musicale Fiorentino sarà inaugurato, come pianificato – ha detto Pereira – il 21 dicembre alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma abbiamo deciso di non fare solamente una volta questo concerto, perché all’inaugurazione ci saranno tanti invitati, ma di farlo anche il 22 per il pubblico di Firenze”.
“Conversazioni alle Serre” – Daniel Giunti dialoga con Raffaele Palumbo.
2:34
Posted on 7 Luglio 2021
"Il sesso ai tempi della pandemia”. Daniel Giunti, sessuologo e autore del profilo Instagram "Sessuologia", dialoga con Raffaele Palumbo.
“L’Attesa o Susanna” di Arturo Martini
5:58
Posted on 21 Luglio 2020
L’arte alla radio, con il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti. “Arturo Martini, L’Attesa o Susanna” (Pietra del Finale 1935 ca.) Una giovane, completamente nuda, dirige lo sguardo lontano da sé. La testa è leggermente reclinata all’indietro. Sta guardano in aria, verso un orizzonte distante. Cosa osserva? Cosa aspetta questa donna, dalla fisicità ancora acerba e dalla posa monumentale? Ha forse avvertito un suono nel cielo, magari presagisce l’arrivo di un messaggero, il transitare di un segno luminoso, l’accendersi del manto stellato? Lo sguardo è concentrato. La giovane donna sta contemplando. È immagine stessa della contemplazione femminile. Con lei guardiamo oltre noi stessi, verso qualcosa che colma di stupore, meraviglia, incanto. Intorno e dentro di lei c’è molto silenzio. Quell’inclinazione della testa, in effetti, può far pensare che la ragazza stia riflettendo su qualcosa che sorge nel proprio intimo. Sensazioni che provocano un certo sottile turbamento. O diversamente è solo un ricordo che torna a farsi nitido adesso, nell’attimo della sospensione dello sguardo, come quando restiamo, instupiditi, in attesa. La giovane contempla, medita, scorge, presagisce. Nulla ci distrae dal suo stato d’animo. L’opera di Arturo Martini (Treviso, 1889 – Milano, 1947) colpisce per le sue fattezze quasi primitive, ma allo stesso tempo accarezza l’animo con una dolcezza infinita, in perfetta sincronia con il suo titolo, L’attesa o Susanna, ovvero giglio, simbolo di purezza. Nel racconto biblico, Susanna infatti non cede alla violenza di due giudici anziani, due guardoni, che Daniele, il profeta, riesce a smascherare. Susanna spoglia la menzogna, vince il bruto desiderio perché è forte e salda nella sua nudità e purezza. Immobile, ma attraversata da una luminosa silente vitalità, Susanna è in unione con l’infinito e l’universale. L’universale che per Martini “è qualche cosa che sta fuori dalla volontà, dalla ragione e soprattutto dal contegno; è una specie di inettitudine simile a quella dell’albero, che nel nascere, nel crescere è sempre perfetto”. Diremmo perfetto come l’opera d’arte. Copyright Sergio Risaliti Immagine: Museo Novecento, Raccolta Alberto Della Ragione. Fototeca dei Musei Civici Fiorentini. Montaggio video: Antonella Nicola
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