Lavorare (da casa) stanca. Rischi e opportunità dello smart working. Zamperini parte dall’area del pianeta con il più alto tasso di innovazione, la Silicon Valley – che negli ultimi anni ha sconvolto i comportamenti individuali e
relazionali delle nostre società – per analizzare le condizioni di chi ha lavorato da casa in realtà molto meno preparate. Cosa va salvato in questa esperienza? Cosa abbandonato? Nicola Zamperini è giornalista e consulente di comunicazione
digitale per aziende e istituzioni, Marco Renzi è giornalista ed esperto di comunicazione ed informazione digitale.

Posted on 13 Novembre 2020

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“San Francesco predica agli uccelli”, di Filippo de Pisis
8:56
Posted on 21 Luglio 2020
“L’arte alla radio, con il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti.“San Francesco predica agli uccelli”, Filippo de Pisis (olio su tela, 1931 ca.) Filippo De Pisis vuol vivere una vita frenetica, nervosa, di intellettuale a 360 gradi, dedita tanto all’arte e alla poesia quanto all’eros e al sesso. Tutti questi livelli si intrecciano e rifioriscono nella sua pittura, che nello stile risente della sua ipersensibilità e tensione nervosa, seppur controllata, in una distaccata aristocratica relazione con la realtà. I suoi dipinti infatti hanno l’aspetto di allegorie. Gli oggetti e le figure in essi rappresentati, dall’espressa funzione simbolica, vanno interpretati, per assonanze fonetiche e mnemoniche, come messaggeri e chiavi di accesso alla biografia esistenziale e sentimentale dell’artista, la cui vita interiore fu terreno di conflitti e battaglie con il mondo circostante, luogo ben difeso dove coltivare le proprie passioni e i propri desideri. Letterato raffinato, bulimico lettore, De Pisis passa velocemente, e con un dispendio fisico oltre che cerebrale, dallo scrivere al dipingere, dal pensare filosoficamente al sentire la realtà come pittore più sensuale che mentale. L’artista ritrova la realtà nella materialità di colore e segno, nel consumarsi dell’immaginazione dipingendo; qui si incontrano il calore e il respiro della vita, l’erotismo e l’edonismo, il sesso e la carne, gli odori e i sapori. Il San Francesco è un quadro da meditazione, da guardare facendo vuoto e dandosi un po’ di quiete per raggiungere una calma interiore. Una via di iniziazione alla vera vita, all’eternità qua sulla terra in ogni giorno dell’esistenza. Si tratta di un olio su tela databile intorno al 1931. Un paesaggio italiano, costruito immaginando i luoghi attraversati dal poverello di Assisi, che viveva in perfetta armonia con la natura e amava “nella peculiare luce di Dio”. Sotto una parete rocciosa alta, incombente, si riesce appena a percepire frate Francesco, coperto nel suo saio di ruvida tela che si inchina verso un assembramento di volatili, colombi, passeri, una cornacchia e un corvo. Piccoli puntini in bianco e nero. Macchioline. In alto si vedono transitare candide nubi, appena sfrangiate in punta di pennello. Dall’alto della roccia scende una cascatella di acqua. Qui la santità è in versione lirica, sentimentale, eppure di grande respiro. Universale nel suo minimalismo poetico. Un albero, una quercia, si piega abbarbicata alla rupe. Macchie di arbusti verdastri, ciuffi di fiorellini di campo. Il lento cadere della cascata sovrasta nella quiete le parole di Francesco ai suoi piccoli amici. Difficile sapere cosa si siano detti l’uomo e le piccole creature del cielo, quel giorno. Mistero e miracolo a un tempo. Il pittore entra in punta di piedi nella scena, una delle più celebri tra quelle della Legenda maior, se ne sta lontano, in disparte. Qui la via di salvezza per l’umanità è l’arte, la poesia, la potenza dell’umiltà del poverello, la santità della natura. Un’immagine che nel nostro tempo ci serve da monito e da guida. Alle spalle dell’artista, colto e addentro alla storia dell’arte, ci sono almeno due capolavori. La Predica agli uccelli affrescata da Giotto in Assisi, dove la storia dell’arte moderna è cominciata. E il dipinto di Giovanni Bellini con San Francesco in estasi databile al 1476-78. Il frate è appena uscito dal suo romitorio scavato nella montagna, si affaccia su un vasto paesaggio, allarga le braccia contemplando il creato, si unisce a tutta quella grandiosa bellezza. In estatica riconciliazione. Almeno per me, quello di Bellini conservato a New York, nelle sale della The Frick Collection, è uno dei quadri più belli al mondo. E questo di De Pisis, così dolce e immenso, può sicuramente stare alla pari con quello. Copyright Sergio Risaliti Immagine: Museo Novecento, Raccolta Alberto Della Ragione. Fototeca dei Musei Civici Fiorentini. Montaggio video: Antonella Nicola
Recò On Air – Puntata 2
28:41
Posted on 12 Ottobre 2020
Recò, il festival dell'economia circolare, on air su Controradio. "Moda circolare" con Orsola De Castro, fondatrice di Fashion Revolution, e Matteo Mantellassi, CEO di Manteco. In studio Alessandro Colombo, Direttore artistico del festival; conduce Raffaele Palumbo.
The Insider – Le notizie della settimana con Stefano Fabbri
6:39
Posted on 12 Aprile 2021
The Insider - Le notizie della settimana con Stefano Fabbri
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